Futurballa

“La mia Balstoria cominciò nell’ottobre 1986 quando approdai in modo fortuito, ma con intuizione felice, in una piccola galleria d’arte di Roma, dove si teneva una mostra retrospettiva di opere della famiglia Balla. Nacque così il primo nucleo della raccolta e soprattutto sbocciò in quell’occasione la mia amicizia con Luce ed Elica Balla, le figlie del pittore. Furono loro a farmi conoscere in modo quasi tangibile il loro “papà”, non solo sotto il profilo di grande genio pittorico di questo secolo, ma anche e soprattutto come anima di artista gentile, poeta entusiasta dedicato totalmente alla sua ricerca di arte nella luce, di arte nel movimento, di arte nello stato d’animo.

Mio marito Gianni Cigna realizzò, negli ultimi mesi della sua vita, la prima mostra della raccolta Biagiotti Cigna nel prestigioso Museo Puskin di Mosca nel luglio 1996. Abbiamo voluto attraverso la donazione alla Fondazione Biagiotti Cigna, continuare a testimoniare la passione di Gianni per il bello, il suo mecenatismo, la consolazione che, nella sofferenza, l’arte di Balla aveva significato per lui.

Memorie ed affetti che ho continuato a mantenere e promuovere attraverso ulteriori personali acquisizioni di opere del Maestro Giacomo Balla, ricercatore arguto e incontentabile evoluzionista, “Genio Futurista” e padre del design italiano nel XX secolo. Considero il “fare moda” un movimento di arte comportamentale al quale sento di aver dato e di continuare a dare un appassionato contributo attraverso la mia attività di ricercatrice e di entusiasta collezionista d’arte”.
Laura Biagiotti


Russia

1995
SFILATA LAURA BIAGIOTTI IN RUSSIA

“Dopo la sfilata al Cremlino del febbraio 1995, mi hanno definito scherzosamente la “Signora in Russo” ma la mia Russia viene da più lontano. Nel 1982 la Signora Gromiko assiste per la prima volta ad una sfilata di moda occidentale, per l’appunto nel mio castello di Guidonia. Questo evento ha un grande risalto nei media e in particolare il New York Times titola in prima pagina “Est e Ovest si incontrano sulla passerella”. L’ora di Mosca è scandita dai rintocchi della campana grande della Torre Spasskaya, la più possente e la più bella tra le 20 torri che circondano le mura del Cremlino. L’ora della moda di Laura Biagiotti a Mosca è stata scandita dal passo lieve di 40 indossatrici russe giovanissime e flessuose il 5 febbraio del 1995, per presentare sul palcoscenico del grande teatro del Cremlino, l’opera omnia delle mie creazioni. Avevo inaugurato da poco la boutique a Mosca e visitando il Cremlino fui particolarmente impressionata dal grande teatro che avevo visto da bambina in televisione quale fondale ingessato dei grandi congressi del PCUS, nell’era pre-Gorbaciov. Quel passato è stato sepolto come un’ingombrante dinosauro. La moda è riuscita ad infrangere il muro dei sogni e dei desideri insoddisfatti delle donne russe e li ha tramutati in realtà, la moda vissuta ancora come uno straordinario mezzo di comunicazione. La mia sfilata-spettacolo è riuscita a penetrare nel cuore delle donne russe che hanno scoperto una gran voglia di apparire, di cambiare immagine e guardaroba. Mi piace portare messaggi la dove sono in atto profondi cambiamenti sociali e culturali e in Russia, dopo la caduta del muro di Berlino ho assistito ad una rivoluzione del costume ancora più profonda e radicale di quella cinese.”
Laura Biagiotti


Cina

1988
LA PRIMA SFILATA LAURA BIAGIOTTI IN CINA

“Laura di Cina ovvero LO.LA.PI.CIO.TI. Così infatti si pronuncia il mio nome, secondo la fonetica cinese. L’ideogramma del mio nome, tradotto, significa letteralmente lavoro duro, l’amore dei fiori, competizione, orgoglio, donna elegante. Una sintesi colorita e calzante della mia personalità.Una vecchia edizione de “Il Milione” mi aveva avviata bambina, agli itinerari remoti ed irraggiungibili della Cina. La Cina un paese così lontano da restare relevato nel limbo del mio immaginario. Là sarebbe sempre rimasto anche quando Bertolucci me lo aveva rievocato ne “L’Ultimo Imperatore” con immagini più ravvicinate nel tempo. Nel 1987 in occasione di un mio viaggio in Giappone balenò a mio marito Gianni e a me l’idea di dirottare su Pechino per un lungo week end.La Cina usciva dall’anonimato delle masse e l’individuo ritrovava nell’abito la sua individualità. Pensai a quanto mi sarebbe piaciuto poter sfilare la moda italiana, la mia moda, in quel lontano paese dal quale importo da molti anni il pregiato filo di cashmere che mi ha meritato sul New York Times il titolo di “Queen of Cashmere”. Molti incantesimi si sono avverati nella mia vita e così il 25 aprile del 1988 ho presentato la prima sfilata di moda italiana nella Repubblica Popolare Cinese con un audience televisivo di 200 milioni di telespettatori cinesi. E’ stata un’avventura meravigliosa. Ricordo il sorriso enigmatico delle 20 modelle cinesi eleganti e flessuose che hanno sfilato i miei abiti; i reportage di moda tra una folla curiosa e divertita sotto il ritratto di Mao a Piazza Tien Ammen e nella Città Proibita; la visita nella casa del fratello dell’Ultimo Imperatore Pu Yi, ultimo rappresentante della dinastia Ching.La sfilata in Cina è un regalo che ho voluto farmi in un momento di riflessione e che si è trasformata in un momento fondamentale della mia vita.”
Laura Biagiotti


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LAURA BIAGIOTTI


LAVINIA BIAGIOTTI CIGNA